Luciano Barbagallo non era uno dei tanti 
        Messinesi scappati da questo 
inferno per salvarsi la vita. Luciano 
        Barbagallo era un grande giornalista 
come ce ne sono pochi, 
        coerente, coraggioso e chiarissimo con i lettori. 
Per questo 
        Luciano Barbagallo è stato costretto a scappare da questo paese 
        
ridotto ad un bordello di venduti, ridotto ad una processione di 
        questuanti, 
ridotto ad un esercito di mantenuti dai padrini di 
        turno, legati e 
incatenati alla macchina clientelare che controlla 
        capillarmente la città 
alla luce del sole. 
Il modello 
        Messina sta inquinando ormai tutta la Sicilia, dalla stampa al 
        
traffico stradale, dalle banche usuraie alle fiere internazionali 
        con 
braciole incluse. Editori che fanno i giornalisti, giornalai che 
        fanno la 
pubblicità, avvocati che fanno anche gli imprenditori, 
        ingegneri che fanno i 
politici, politici che fanno gli interessi dei 
        privati, 
giudici che fanno i giornalisti e giornalisti che fanno i 
        giudici, una distorsione 
totale dei ruoli e delle competenze in nome 
        della "libertà" all'italiana. 
Luciano Barbagallo,  
        cittadino e giornalista, tutto questo conosceva 
benissimo e lo 
        scriveva benissimo, per questo è stato allontanato dai 
giornali, 
        anche da quelli ,sedicenti democratici, che adesso gli dedicano  
        
una veloce nota in ultima pagina. 
Con Luciano Barbagallo 
        muore uno dei pochi che hanno lottato veramente 
contro il marcio di 
        questo modello italiano imposto a Messina da dittature e 
finte 
        democrazie. I pupazzi delle dittature sono sempre sul palco a ripetere 
        
vuote parole e progetti di nefandezze future. 
Luciano ha 
        tentato di rifarsi una vita, dopo aver perso molti anni pagando 
di 
        persona la coerenza delle sue energie spese ad aprire un varco in questo 
        
muro di vigliaccheria, tradimento quotidiano e disprezzo del lavoro 
        altrui.
Disprezzo generato dal fatto che chi sopravvive per 
        clientelismo 
necessariamente criminalizza e calunnia i pochi che 
        replicano con onestà e 
rigore morale.
Professionista della parola 
        e della vita, professionista dell'essere 
cittadino, esempio di 
        coerenza e umanità, l'unico giornalista con cui ti 
potevi fermare a 
        parlare di qualunque cosa senza che mostrasse superbia e 
        
superiorità, senza eccessi di protagonismo, quasi sorpreso della 
        attenzione 
che gli si riservava.
Luciano Barbagalo era prima di 
        tutto uno di noi come Cittadino, nessuno lo 
arruoli nella categoria 
        dei sedicenti giornalisti, giornalai, editori, 
imprenditori tutto 
        fare, dopo morto.
Luciano era ben altra cosa. Luciano era un vero 
        giornalista, era soltanto e 
unicamente un giornalista, Cittadino di 
        una Città che ancora lo ignora, 
grazie ai complici dei giornali di 
        stato che da 50 anni stritolano la 
Sicilia in una morsa di feroce 
        censura.