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		  Nel 621 a.C. Dracone introdusse un 
		codice di leggi scritte, severissime, fra le quali la schiavitų per 
		debiti. Il fortissimo desiderio di rinnovamento nel 594 a.C. spinse 
		Solone a proporre una riforma detta timocratica, che prevedeva che il potere fosse assegnato in proporzione al vantaggio 
		arrecato dal cittadino durante il servizio militare svolto a proprie 
		spese:
 l'ecclesia risultō cosė divisa in pentacosiomedimni ( con una 
		disponibilitā di pių di 500 medimni di grano ), cavalieri ( 300 medimni 
		), zeugiti ( 200 medimni ) e teti ( solo le proprie braccai per lavorare 
		). Dopo la riforma di Solone, L'organizzazione statale ebbe la seguente 
		forma: permanevano nel loro ruolo e nelle proprie funzioni gli arconti e 
		l'Areopago; l'ecclesia, composta dalle quattro classi sopra elencate, 
		andava a formare - per elezione - anche il consiglio dei 400, detto Bulč, 
		ed il tribunale popolare, detto Eliea.
 Nel 560 a.C. Pisistrato si 
		impadronisce del potere e diventa tiranno, ma viene successivamente 
		esiliato in Tracia. Nel 546 riesce tuttavia a tornare ad Atene e governa 
		saggiamente fino al 527, anno in cui gli subentrano al potere i due 
		figli Ippia ed Ipparco. Quando Ipparco viene ucciso in una congiura 
		ordita dai due tirannicidi Armodio ed Aristogitone, il fratello Ippia 
		scatena una feroce repressione. Nel 510, tuttavia, Ippia viene cacciato 
		da Atene e gli aristocratici tornano al potere.
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		  Nel 508 Clistene sgomina a sua volta 
		gli aristocratici ed avvia nuove riforme: per prima cosa la popolazione 
		viene ripartita in 10 tribų costituite da demi provenienti da diversi 
		punti dell'Attica, favorendo in tal modo un certo "rimescolamento". In 
		secondo luogo, da ogni tribų 50 cittadini eletti andarono a formare la 
		Bulč dei 500, suddivisa in 10 pritanėe di 50 membri. Infine venne 
		introdotta la pratica - destinata a diventare famosa - dell'ostracismo, 
		con il quale l'assemblea poteva decretare con "scrutinio segreto" l'espulsione dalla cittā di un membro 
		particolarmente scomodo, a condizione che il suo nome comparisse inciso 
		su almeno 6000 cocci di terracotta - ostrakon, da cui il nome - che 
		venivano utilizzati in luogo di quelle che oggi sono le schede 
		elettorali. Si discute, tuttavia, se 6000 fosse il quorum piuttosto che 
		il numero di voti necessari a decretare l'esilio.
 
 Dopo la riforma di Clistene, Atene appariva organizzata nel seguente 
		modo: l'Ecclesia, suddivisa nelle 10 tribų, eleggeva i 9 arconti che, al 
		termine del proprio mandato, andavano a formare l'Areopago; sorteggiava 
		poi tra i propri membri la Bulč dei 500 ( suddivisa in 10 pritanėe di 50 
		membri, in modo che ogni pritanėa governi per un decimo dell'anno ) e l'Eliea, 
		cioč il tribunale popolare. Il comando dell'esercito, cui ogni tribų 
		contribuiva con un proprio contingente, era infine affidato a 10 
		strateghi.
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