I PROFESSIONISTI DEVONO DARE L'ESEMPIO

SOLO LORO POSSONO INDICARE LA CORRETTA STRADA

GLI ARCHITETTI DI TRAPANI RISPONDONO AL GIORNALE "SICILIA IMPRENDITORIALE"

SI APRE UN DIALOGO IMPORTANTE DENTRO LA SICILIA CHE CONOSCE LE REGOLE E VUOLE INDICARLE A TUTTI, PER FARLE CAPIRE A TUTTI

 particolare del quadro dei fasci 

I Prusst, Patti Territoriali e Pianificazione urbanistica in Sicilia.

In un recente numero di un quotidiano siciliano è stato affrontato coraggiosamente un argomento di grande interesse ed attualità: la pianificazione negoziata. Il Consiglio dell’Ordine ha desiderato manifestare la propria posizione attraverso un documento indirizzato al Direttore di "Sicilia Imprenditoriale" e, per conoscenza, ad altri soggetti che si è ritenuto potessero essere interessati . Qui di seguito si riporta il testo integrale del documento:

Al Direttore Carlo Alberto Tregua
di "SICILIA IMPRENDITORIALE" Quotidiano del Sabato CATANIA

e, p.c. All’A.N.C.I. PALERMO " " "
Al Sig. Presidente della Regione PALERMO " " "
Al Sig. Assessore Regionale ai LL.PP. PALERMO " " "
Al Sig. Assessore Regionale al Territorio ed all’Ambiente PALERMO " " "
Ai Sigg. Componenti il C.R.U. presso l’Assessorato Regionale al T.A. PALERMO " " "
Al Sigg. Sindaci dei Comuni della Provincia di TRAPANI " " "
Ai Sigg. Capigruppo Consiliari presso i Consigli Comunali della Provincia di TRAPANI " " "
Al Sig. Presidente della Provincia di TRAPANI " " "
Ai Sigg. Capigruppo Consiliari presso il Consiglio Provinciale di TRAPANI " " "
A tutti gli iscritti " " "
Al Consiglio Nazionale degli Architetti ROMA " " "
Alla Procura della Repubblica di TRAPANI " " "
Agli Organi di Stampa LL.SS

 

. Oggetto: Prusst, Patti Territoriali, e Pianificazione urbanistica in Sicilia.

 

La presente per manifestare i personali apprezzamenti per l’articolo, realizzato da Donatella Palumbo, pubblicato nel Giornale da Lei diretto a pag.7 del n.31. Agli apprezzamenti aggiungiamo anche un ringraziamento per il coraggio mostrato nell’aver denunciato una situazione diffusa e, a nostro parere, estremamente pericolosa: non abbiamo difficoltà ad ammettere che grazie a quell’articolo anche noi abbiamo trovato il coraggio di esternare il nostro pensiero, sapendolo così controcorrente rispetto al diffuso clima di euforia determinato dai PRUSST e dai Patti Territoriali. (Ci rendiamo conto che chi si sentirà danneggiato dalle nostre comuni posizioni di pensiero facilmente potrà additarci come oppositore delle "più pure e positive correnti di innovazione e progresso" che abbiano interessato la nostra Sicilia). Al disegno perverso di alcuni (i maggiorenti che nella nostra Sicilia hanno occupato posti strategici negli apparati della partitocrazia) che ha decretato il fallimento della pianificazione urbana e territoriale operata in forma convenzionale (cioè attraverso gli strumenti urbanistici generali e particolareggiati) è seguito quello che è sotto gli occhi di tutti: coste deturpate, boschi in fiamme, oasi naturalistiche e parchi archeologici aggrediti, periferie brutalmente allucinanti e centri storici in disfacimento. Ora il disegno si tratteggia su altri fogli. Sono fogli bianchi che si stendono sul paesaggio siciliano e coprono tutto; qua e là si punteggia un intervento e si traccia un programma. Al di là delle enunciazioni propagandistiche, importa poco verificare la compatibilità tra le condizioni reali del territorio siciliano e le programmazioni individuali. Importa poco perché la perversione del disegno degli stessi maggiorenti d’un tempo utilizza alcuni strumenti di persuasione occulta: i Patti Territoriali, i Programmi di Riqualificazione Urbana, i PRUSST. La demagogia che è congenita in quegli strumenti dichiara di confidare nella iniziativa dei privati per la soluzione di problemi (ed ecco tornare a fagiolo il tema della disoccupazione, del mercato ecc.) che fino a quel momento l’amministrazione pubblica non ha "saputo" risolvere. Ad ognuno degli strumenti della "concertazione" (neologismo sbandierato come slogan liberista e abusato più di "sinergie" e "attenzionare" messi insieme) viene fornito in dotazione un panetto di droghe ed allucinogeni, da distribuire ai "partner della concertazione" perché questi ne facciano uso personale e ne distribuiscano ad amici e parenti tanto da determinare un orgiastico clima di estusiasmo e febbrile attività. Ed ecco che in un popolo storicamente pigro, litigioso, individualista, scarsamente dotato di senso civico, economicamente debole, (per carità, che nessuno ci venga a raccontare che non è così, perché altrimenti dovrebbe convincerci che non esiste la Mafia) come per incanto si sviluppano qualità perfettamente congeniali con i dettati della "Concertazione": le vocazioni turistiche e le partnership tra imprenditori dilagano, l’interesse per l’arte, l’archeologia e la natura diventa connaturato, la mentalità cooperativistica e di raccordo tra pubblico e privato permea il nuovo siciliano. E c’è un fatto ancora più significativo: gli istituti di credito presenti nel territorio fanno una improvvisa inversione di rotta, da freddi operatori tecnici del risparmio e rigidi curatori dei propri interessi (quante iniziative di riqualificazione urbana per i siciliani di Palermo, Ortigia, della Valle dei Templi, o di Gela sono state compiute con l’ausilio di seri incentivi creditizi posti in essere dalle Banche? Nessuno di rilievo) , si trasformano in fraterni consulenti e collaboratori, offrono i propri disinteressati servizi –anzi addirittura istituiscono apposite Società ed Agenzie-, con l’alta benedizione dei Governi regionali e nazionali. (Chissà poi chi gestirà i capitali pubblici; magari un giorno si aprirà una sana campagna di privatizzazioni ed allora cordate di imprenditori locali e stranieri acquistando le azioni poste in vendita diverranno controllori delle attività economiche avviate ed approvate nei PRUSST e nei Patti Territoriali: cioè da se stessi. Hai visto mai che un socio, magari di maggioranza relativa, venga scontentato in un "tavolo di concertazione"?). Illustre Direttore, ci permettiamo di osservare alcuni aspetti e sollevare alcuni interrogativi, che ad oggi non hanno trovato soluzione apprezzabile, sperando che Lei sappia rispondere o che, se il tema fosse riconosciuto meritevole di approfondimento, ritenesse utile dibattere nel suo Giornale, magari interrogando autorevoli personaggi ed esperti di "concertazione": E’ stabilito da qualche parte quali devono essere i criteri minimi di pubblicità delle iniziative di concertazione? Quali sono i criteri per la nomina degli esperti della concertazione e consulenti per i PRUSST e per i Patti Territoriali? Ovvero: vi sono titoli acquisibili a seguito di studi riconosciuti o esami pubblici per conseguire il credito di "esperto" oppure per l’incarico le Società e le Agenzie filiate dagli istituti di credito si affidano all’intuitu personae? (Se è così, di chi è l’intuito?). Quali sono le forme contrattuali e deontologiche previste al momento dell’incarico di un esperto o consulente? Che responsabilità ha del proprio operato un consulente o esperto? Come si calcolano gli onorari di consulenza? Quali controlli sono previsti per assicurare la trasparenza e scongiurare i pericoli di favoreggiamento durante le fasi di selezione dei progetti? (Di solito si verifica che a fronte di proposte imprenditoriali per centinaia di miliardi di investimenti e considerate le limitate risorse disponibili solo alcune decine di miliardi di quegli investimenti sono ritenute ammissibili e superano il vaglio per la trasmissione del Programma agli organismi superiori: diciamo che un buon 70% dei sogni miliardari dei soggetti proponenti svanisce a seguito di valutazioni sostanzialmente discrezionali operate dagli esperti delle Agenzie e delle Società che si sono proposte quali intermediari tecnico-finanziari; per ciò sorge spontaneo l’interrogativo: quali particolari qualità devono possedere quei pochissimi progetti accettati rispetto al restante maggior numero di altri progetti che viene escluso?) Cambiamo registro e passiamo ad aspetti ancora più tecnici che presuppongono una fase temporale più avanzata di quella attuale, cioè quella della realizzazione delle opere previste. Ad esempio, conosciamo bene le procedure in caso di negligenza o cattiva esecuzione da parte di un’impresa appaltatrice di un lavoro, ovvero di fallimento: per fortuna ancora oggi la "concertazione" non è entrata a modificare il Regolamento per l’esecuzione dei Lavori Pubblici del 1895. Ebbene, cosa succede se un’opera finanziata, pur parzialmente, con fondi pubblici viene realizzata male, se è difettosa, oppure se viene realizzata in parte e rimane incompiuta, oppure se durante l’esecuzione dei lavori avvengono contenziosi o si sciolgono i contratti d'impresa, o infine se qualcuno dei "partner della concertazione" recedesse dal contratto stipulato? Che succederebbe se la destinazione d’uso dell’opera finanziata per una certa finalità venisse modificata subito dopo la realizzazione? Chi saranno i Progettisti, i Direttori dei Lavori, i Tecnici Contabili, i Direttori Tecnici di Cantiere, i Collaudatori Statici, i Collaudatori Tecnico Amministrativi, gli Ingegnere Capo dei Lavori, ecc.? Chi li sceglierà e sulla scorta di quale criterio? Si farà tutto "in famiglia?" L’ultimo insieme di quesiti è stato sollevato dal suo Giornale, egregio Direttore, e coincide con molte delle nostre perplessità. Non è che tutto questo gran movimento sulla "concertazione" serve solo come bypass su tutta la programmazione urbanistica convenzionale? Ci mettiamo nei panni di un proprietario di un bel lotto di terreno, magari vicino al mare, magari vicino alla città: quel terreno, a sentire il progettista del Piano Regolatore o Particolareggiato, ha buona suscettività per essere utilizzato a fini pubblici (forse per la realizzazione di un parco pubblico ai margini della città, o per una scuola, e così via); insomma, con tutta probabilità potrà essere espropriato, o al massimo sarà "gravato" di una destinazione urbanistica con indice di fabbricabilità molto ridotto, e molto condizionato dalle norme urbanistiche (distanza dalla battigia, ecc.). E se quel bravo proprietario trovasse (o si facesse trovare da) un partner facoltoso, che è disposto a movimentare grandi quantità di denaro e gli si affiancasse proponendo la realizzazione di un Villaggio Turistico e chiedesse di essere accettato al tavolo della concertazione e infine motivasse la deroga dagli strumenti urbanistici (o mettesse una pesante ipoteca sulla destinazione urbanistica del suo terreno se il Piano Regolatore fosse ancora in fase di redazione) con la bontà della sua proposta grazie ad un sicuro beneficioper la collettività in termini di occupazione, posti di lavoro e indotto per tutta la città chi avrebbe da ridire nulla? Saremmo tutti contenti. Immagino anche il proprietario. Egregio Direttore, le abbiamo già anticipato che sarà facile che queste nostre riflessioni, insieme con quelle riportate sul suo Giornale, saranno oggetto di nervose reazioni e di aggressioni verbali che, con sufficienza, vorranno minimizzare i pericoli rappresentati sottolineando invece il disfattismo delle critiche e delle ipotesi avanzate. Se così dovesse succedere, ci permetta di confidare sul convincimento che abbiamo centrato un filo scoperto su cui prima o poi qualcuno andrà a fulminarsi. Se invece non succedesse nulla vorrà dire che le nostre e le vostre riflessioni saranno state campate in aria, ed allora meglio così per tutti.

Con riguardo, per il Consiglio

il Presidente Arch. Vito Corte