INGEGNERIA MESSINA

 

 

   


DOPO 96 anni ,1908-2004, CONSEGNATA LA FACOLTA' DI INGEGNERIA ALL'UNIVERSITA' DI MESSINA

Ci sono voluti 96 anni per finire una sede per la Facoltà di Ingegneria a Messina


 

   

INGEGNERIA  A  MESSINA 24 secoli dopo DICEARCO

   
13 dicembre 2004, Santa Lucia, è un bel giorno per inaugurare la nuova facoltà di INGEGNERIA di Messina. Il biennio propedeutico fu istituito dopo il terremoto del 1908 in attesa di completamento, è passato quasi un secolo di attesa.

Molti dei miliardi spesi dall'Università sono finiti alla Facoltà di Medicina a discapito delle altre facoltà che rimasero chiuse in piccolissimi locali mentre il POLICLINICO Universitario diventava il 5° in Europa per grandezza. Nessuna voce di denuncia ostacolava questo corso.

   

Giorno 21 dicembre 2004 sarà aperta una corsia dell’autostrada MESSINA-PALERMO iniziata nel 1969, ricordo la dinamite usata per aprire il varco dello svincolo di Boccetta tra le rocce di contrada Scoppo, noi eravamo in aula al liceo Scientifico Archimede, accanto al cantiere, ad ogni sussulto improvviso del palazzo, pronti per scappare, ci guardavamo per capire se fosse il terremoto o i lavori in corso. Sono trascorsi 34 anni.

Dopo il rapimento di Moro il governo Cossiga decise di bloccare la costruzione delle autostrade, autorizzando di volta in volta la ripresa di alcune piuttosto che di altre. Il Parlamento Siciliano  decise di finanziare il completamento dell'autostrada con propri fondi. Il Governo Italiano lo impedì affermando che le autostrade SONO OPERE DI INTERESSE NAZIONALE E LE PUO' COSTRUIRE SOLO LO STATO.

   

Strano che, nel 1969, quando la Camera di Commercio di Messina e la Provincia di Messina crearono il Consorzio per l'Autostrada MESSINA-PATTI, nessun Governo Nazionale si opponesse e quel tratto autostradale iniziale fu finito velocemente. L'Unica facoltà di Ingegneria (completa) in Sicilia si trovava a Palemo.

Non si levarono molte voci di denuncia, anche perché gli ingegneri di Messina erano troppo impegnati a costruire palazzine sulla panoramica.

   
Prima esisteva un'isola, dall'altra parte del mondo, in preda alla corruzione, al malaffare e priva dei più basilari servizi, le multinazionali se n’erano impossessate riducendola ad un bordello, deportando la popolazione ai margini delle città e della sopravvivenza. Dopo pochi anni (1960) il nuovo ministro dell'industria (che era un medico), fece aprire contemporaneamente 3 nuove facoltà di Architettura e mandò gli studenti a catastare tutta l'isola, in pochi mesi si costituì il catasto e da quello si ricominciò a costruire l'isola con la programmazione urbanistica volta a soddisfare le necessità abitative della popolazione.

   

Le prime facoltà di Ingegneria in Italia sono nate con l'annessione del regno di Sicilia da parte dei re savoiardi.

Prima erano in realtà SCUOLE DI GUERRA dei diversi regni (Austriaci, Borboni e Savoia) trasformate poi in Politecnici che costituirono il primo nucleo di 5 sedi universitarie.

Quest’originaria disciplina militare ha caratterizzato gli studi e gli studenti di ingegneria per oltre un secolo.

   

Quando alla fine dell'ottocento un giardiniere di Portland sperimentò una fioriera costruita con scheletro di ferro  ricoperto di cemento, non poteva certo immaginare di  sconvolgere l'ARCHITETTURA moderna. Dopo il terremoto, Messina fu il primo grande cantiere del mondo dove la nuova tecnologia del CEMENTO ARMATO fu sperimentata in tutte le sue possibili applicazioni.

Le Corbusier disegnò il modulo DOMINO, che sta alla base di tutta l'architettura moderna, in seguito al terremoto di Messina.

   

Nonostante Messina non avesse facoltà di Ingegneria diventò un punto di riferimento per tutti gli ingegneri che dovevano costruire in zone sismiche con l'applicazione delle leggi antisismiche.

Dal piano regolatore di Borzì uscì fuori una città moderna, futurista, considerato che ancora si era all'inizio dell'invasione urbana delle automobili.

   

Molti dei lotti dei famosi ISOLATI furono occupati da strutture militari, chiese e istituzioni di assistenza per i sopravvissuti, UNA SUPERFICE GRANDE COME 100 CAMPI DI CALCIO DENTRO IL TESSUTO URBANO DELLA CITTA'.

Considerati i 525 ISOLATI del piano Borzì si può valutare il rapporto tra la città civile e le sovrastrutture.

   

L'Università di Messina ha come data di fondazione il 1548, in quegli stessi anni era attiva la ANTICA OFFICINA DELLE CARTE NAUTICHE che nel 1571, dalle mani di FRANCESCO MAUROLICO, consegnò a Don Giovanni d'Austria le carte nautiche del mare di Lepanto dove la flotta occidentale,  il 7 ottobre 1571, vinse la famosa battaglia navale contro la flotta orientale.

Maurolico fu un grande matematico, astronomo e geografo in quel periodo la sua scuola era una "Scuola di Ingegneria".

   

Questa grande cultura nasceva dall'aver tradotto a Messina tutti i libri dei filosofi antichi, scritti in greco.

Questa attività era particolarmente avversata dai papi di Roma che per oltre 1.000 anni avevano messo una pietra sopra tutto quello che era rimasto della scuola di ALESSANDRIA e della sua biblioteca, di cui l’ultima rappresentante fu IPAZIA, fatta trucidare dal vescovo di Alessandria luogotenente del papa di Roma

Perché proprio a Messina potevano esercitarsi tali attività?

   

Perché proprio a Messina è sbocciato ANTONELLO, il NON UMANO PITTORE come lo definiva il figlio?  la risposta sta in quel campanile in piazza duomo. Quel leone in cima rappresenta il Popolo Siciliano che ha combattuto e vinto la GUERRA DEL VESPRO (1282) contro il re Carlo d'Angiò e CONTRO IL PAPA DI ROMA anche lui francese, Martino IV di Brie. Finita la guerra (1302) la Sicilia diventò luogo di asilo di tutti i perseguitati dal papa e qui RINASCE tutto nella libertà di pensiero e di studio. Nel 1473 Enrico Alding realizza il primo libro a Messina con  il nuovo sistema di STAMPA A CARATTERI MOBILI, Antonello è ancora vivo e assiste a questa trasformazione epocale del sapere occidentale

   

Al Museo Nazionale Navale di Genova-Pegli potrete ammirare, nella sala dedicata alle carte nautiche, 10 meravigliose mappe del Mediterraneo, 5 ,fra quelle esposte, sono state realizzate nella ANTICA OFFICINA DELLE CARTE NAUTICHE DI MESSINA.

In questo periodo è riscoperto anche Archimede, MA SOLO NEL 1974 (millenovecentosettantaquattro d.C.) è stampata in italiano la prima edizione dell'OPERA COMPLETA DI ARCHIMEDE.

   

Questa tardiva pubblicazione è giustificata dalla CLAMOROSA RITROVAMENTO del "METODO" di Archimede che permette finalmente di capire uno dei principi fondamentali su cui si basano  le invenzioni del primo ingegnere.

La singolarità della figura di Archimede, tra i filosofi che scrivevano in greco, era che mentre gli altri enunciavano teoremi che sono rimasti nella storia, Archimede APPLICAVA le sue scoperte alla vita  pratica, realizzava macchine, costruiva congegni....fu il primo vero INGEGNERE sperimentando dalla teoria, alla progettazione, alla tecnica applicata.

   

Aveva anche una particolare predisposizione verso i suoi colleghi sparsi nel Mediterraneo.

Archimede ENUNCIAVA il teorema (la scoperta) ma non lo dimostrava, poi lo inviava agli altri ricercatori chiedendo  loro come si poteva dimostrare: LA SUPERFICE DELLA SFERA E' PARI A 4 VOLTE L'AREA  DELLA SUA CIRCONFERENZA MASSIMA (mai dimostrato): il famoso  3,14  da lui inventato, che è il risultato di 22 diviso 7, ma come sia arrivato a calcolarlo NESSUNO LO SA. Sono trascorsi 2216 anni ma ancora nessuno conosce i segreti di Archimede.

   

Forse con la RISCOPERTA del METODO di ARCHIMEDE potremo finalmente spiegarci tante cose.

Una piccola spiegazione possiamo proporla: forse al tempo di Archimede non esistendo i BREVETTI INDUSTRIALI era facile per tutti dire di essere l'ideatore di una scoperta se dicevi a tutti come ci eri arrivato.

   

Ed è per questo che una Facoltà di Ingegneria moderna deve poter contare su un Ufficio Brevetti MODERNO, che serva non solo agli studiosi ma anche a tutti i cittadini che vogliono usare il cervello per realizzarsi  e per produrre ricchezza. Altra spiegazione sta nel cattivo uso che i vincitori fanno dei libri di storia che loro scrivono.

Pensate che ancora oggi la guerra di Roma contro Siracusa è chiamata "seconda guerra punica", pur essendo una guerra contro la Sicilia, Archimede era un pericoloso nemico da eliminare.

   

I Romani non conoscevano la misura del tempo con le meridiane solari. Quando entrarono a Catania portarono via le meridiane e le piazzarono a Roma, dove, ovviamente, non funzionavano.

I Romani non conoscevano il principio dei "vasi comunicanti" dopo secoli dalla sua scoperta, i mosaici li videro per la prima volta in Sicilia......tutto il resto sono falsi brevetti accumulati in secoli di genocidio.

DICEARCO da MESSANA era "compagno di banco" di ALESSANDRO IL GRANDE,

IL MACEDONE figlio di Filippo, furono coetanei e alunni di Aristotele.

   

Alessandro morì a soli 33 anni, nel 323 a.C., e Aristotele un anno dopo, mentre DICEARCO visse per altri 50 anni. I suoi scritti sono: LA STORIA DI SPARTA che era letta ogni giorno in tutte le scuole del regno di Alessandro; I MONTI DEL PELOPONNESO dove ne misura l'altezza e usa per la prima volta un sistema TRIGONOMETRICO; CIRCONFERENZA DELLA TERRA con una misura vicina al vero; VITA GRECA USO E COSTUME storia dei popoli (non dei re);

BIOGRAFIA DEI FILOSOFI; L'ANIMA MUORE CON IL CORPO; TRATTATO DI MUSICA;

   

TRIPOLITICO la migliore forma di governo; IL GIRO DELLA TERRA; DE HOMINIS INTERIORE;

QUESTIONE OMERICA se Omero non fosse mai esistito. Dalla varietà degli argomenti trattati Dicearco traspare la grande scuola aristotelica di cui ha codificato tutte le discipline spesso usandole nelle sue applicazioni. 

DICEARCO DA MESSANA realizzò una carta del mare Mediterraneo che si basava su due linee ortogonali molto simili ai meridiani ed ai paralleli di oggi.

   

Sono trascorsi 2.359 anni, dalla sua nascita, ed ancora questa città non gli ha dedicato un monumento, una biblioteca, una facoltà universitaria.

Nello stesso periodo EVEMERO DA MESSANA scriveva sulla scale della biblioteca di Alessandria la nuova religione dei greci “ IL DIVINO INVENTATO DAGLI UOMINI” che traghettava ufficialmente la religione greca dall’animismo al panteismo, argomento molto caro ad Alessandro il Grande a quale interessava molto la figura un uomo diventato dio.

   

In questi giorni in una mostra dedicata all'ARCHITETTURA in SICILIA, al Museo Archeologico di Agrigento si riapre una questione nota da oltre un secolo:

come può essere indicato Ippodamo da Mileto l'inventore dell’urbanistica ortogonale delle città  se, 3 secoli prima, tutte le nuove città della  Sicilia avevano già una pianta ortogonale orientata urbanisticamente con il sole?

   

Sono trascorsi 28 secoli, siamo in attesa che qualcuno ne parli. Quando Ducezio unificò tutte le città siciliane in un solo regno fondò la capitale Palichè vicino ai laghetti detti dei Palici. In quel luogo si recavano i rei per essere giudicati con una procedura di rito:si doveva passare in una grotta (mezza colma di CO2), solitamente lo spergiuro non seguiva le istruzioni per attraversare la grotta e  rimaneva momentaneamente accecato, finendo per confessare.

   

Quegli occhi su cui noi, ancora oggi, giuriamo dicendo: potessi perdere il bene della vista se dico il falso. Gli stessi occhi che l'iconografia di Santa Lucia oggi offre su un piatto a quelli che la torturarono perché discendente di Archimede. La città di TRINAKRIA, sede di tutti i capi sicani invincibili, non è stata ancora "ufficialmente" ritrovata, siamo in attesa da 23 secoli.

   

Oggi la CO2 naturale che sgorga dai laghetti dei Palici è venduta dalla società PALICI spa alla Coca Cola per fare le BOLLICINE. Il Parlamento Siciliano ha finanziato il restauro del tempio dei Palici, lo scorso anno, dopo 24 secoli.

Esisteva in Sicilia una città PERFETTA invincibile si chiamava CAMICO, fu costruita dal re COCALO come capitale del suo regno SICANO, fu cercata invano da 4.000 cretesi che volevano vendicare il loro re MINOSSE, non riuscirono a trovarla perché era nascosta dentro una montagna. Sono trascorsi 35 secoli, aspettiamo un archeologo che riesca a ritrovarla "ufficialmente".

   

Platone voleva sperimentare in Sicilia la sua REPUBBLICA, non poteva certo immaginare che, 24 secoli dopo, con un sistema simile usato in tutti i paesi del mondo, una piccola minoranza si potesse impossessare del potere e nascondendosi dietro il falso nome di DEMOCRAZIA si presentasse a benedire i ritardi secolari di un popolo oppresso, umiliato, deportato, decimato…… ma mai sconfitto perché sopravvissuto a tutti i tiranni, perché i popoli sono invincibili.

   

 

Un giorno incontrai ad una conferenza un architetto basco e gli chiesi: intervenendo ad una conferenza di architetti locali non pensa di diventare complice dei vari disastri (speculazioni, tram...) sui quali gli architetti locali tacciono. L'architetto di Bilbao mi rispose con una domanda: quanti sono gli architetti in Sicilia? nel Paese Basco sono 2.000 E SONO TUTTI GIORNALISTI.

La Sicilia ha 8.000 architetti iscritti all'albo e altrettanti ingegneri con attività in architettura, se tutti scrivessero di architettura, urbanistica e ingegneria, altro che TIR, TRAM e PONTI SOSPESI.

 

   
   

                   

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Rosario Baeli     studente del biennio 1976-1977